Quarta città italiana per popolazione, Torino è una capitale unica e trina

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Quarta città italiana per popolazione, Torino è una capitale unica e trina

Quarta città italiana per popolazione, Torino è una capitale unica e trina: del ducato di Savoia, del Regno di Sardegna e del Regno d’Italia. Punto d’intersezione di esperienze culturali e religiose dai valdesi ai cattolici, ha saputo coniugare etica protestante e spirito del capitalismo diventando nel settore automobilistico l’eccellenza italiana di capitali coraggiosi durante gli anni del boom economico. Una città sempre presente agli snodi della storia, dal risorgimento alla resistenza. Nobile, austera e nello stesso tempo accogliente di imponenti flussi migratori, prima dal mezzogiorno d’Italia e poi dal sud del mondo, è riuscita a far convivere un insieme di diversità: l’azione educativa di don Giovanni Bosco e l’alta formazione del Politecnico, capitalismo finanziario ed operaismo comunista, linearità urbanistica e sbilenche diseguaglianze sociali. Per capire una città complessa, che vive con velocità l’innovazione, ho trovato molto interessante un duplice esperimento di conoscenza itinerante sia da flaneur per passeggiare osservando i luoghi e le persone senza trascurare l’introspezione, sia in gruppo per scoprire un altrove che ogni città contiene.
Ingrid, educatrice di strada, originaria del Gibuti, ci conduce a Barriera di Milano un quartiere multiproblematico, un altrove reale della città reale.
Un grande parco, intitolato al presidente della repubblica, Giuseppe Saragat, è uno dei polmoni verdi del quartiere, dotato giochi per bambini e di un’area play ground per basket. Spazi e spacci di varia socialità lo caratterizzano. Il parco è una sorta di grande giardino condominiale, delimitato da grandi schiere di palazzoni popolari. I pilotis di uno di questi palazzi creano uno spazio coperto, in parte occupato da alcuni migranti senza dimora, in diretta relazione con l’esterno. Non solo metaforicamente attraversiamo disagio sociale, grave esclusione abitativa e azioni di contrasto alla povertà educativa e materiale, per iniziare un percorso che richiama alla mente il celebre slogan saragattiano, cifra del riformismo socialista del secolo scorso e di cogente attualità: case, scuole e ospedali.
Barriera di Milano nei primi del secolo scorso si apre all’industrializzazione, foriera della prima ondata migratoria. Stabilimenti industriali che rubano terreni ai campi, braccia sottratte all’agricoltura e nuove forme di socialità. Storie di persone e dell’economia si intrecciano e modificano la geografia dei luoghi. Luigi Grassi è l’imprenditore che costruisce i primi 40 condomini e case ingentilite da decori e motivi ornamentali esterni stile liberty che ancora oggi coesistono con palazzi recenti della rigenerazione urbana. Piazza Foroni e piazza Cerignola sono le aree mercatali che, attraversate nel primo pomeriggio, con la vista e l’olfatto, richiamano alla mente il vociare di varia umanità, la vivacità e la varietà della merce esposta, l’economia di sussistenza, l’economia circolare, la sostenibilità ambientale, la catena alimentare del cibo.
Poco più avanti la scuola, intitolata al pedagogista, politico e filosofo positivista Aristide Gabelli, ci richiamo l’importanza dell’istruzione per combattere povertà, emarginazione, sfruttamento e discriminazioni.
Infine l’ospedale San Giovanni Bosco per ricordarci il diritto primario alla salute per tutti.
In questo quartiere dell’altrove, di reale abbiamo trovato le ragazze e i ragazzi seguiti dall’associazione ASAI, il loro entusiasmo, la bella musica che sanno produrre, il confronto che hanno saputo attivare, senza timori reverenziali, con Carlotta Salerno, Assessore alle Politiche educative e giovanili, e Jacopo Rosatelli, Assessore delle Politiche sociali della Città di Torino. Dalle periferie hanno portato al centro del confronto e della città, nella casa comunale già sede del palazzo Reale, alcune parole chiave: politica, partecipazione, cultura, migrazioni, pace, identità.
Ascolto, anche del non detto, e dialogo sono gli strumenti da utilizzare.
In ogni viaggio, anche in quello interiore per prefigurare una città migliore e una società più solidale, ogni esperienza ci incoraggerà a partire.
Abitare un posto nuovo è un obiettivo che quasi tutti possono raggiungere.

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