In contesti interculturali studiare è ben-essere.
In contesti interculturali studiare è ben-essere.
Si, proprio con il trattino. Un concetto che comprende lo stato di salute e lo espande nell’essere in armonia con sé stessi, con gli altri e con l’ambiente.
Basta osservare il crescente numero di ragazze e ragazzi, di volontarie e volontari, che a stento riusciamo a contenere negli ampi spazi di Arcoiris per capire che c’è qualcosa che cambia nella nostra società. Non è solo un bisogno di socializzazione del post pandemia. È qualcosa di più profondo e che riguarda vari aspetti dell’essere umano in tutti i vari momenti della quotidianità.
Eric Fromm, nel premonitore e sempre attuale libro “Avere o essere?”, individuava la modalità esistenziale dell’avere come tipica di coloro che hanno un rapporto col mondo di possesso e proprietà e aspirano ad impadronirsi di ogni cosa e di ogni persona. La modalità esistenziale dell’essere invece si identifica con la vitalità e l’autentico rapporto col mondo. Un nuovo stile di vita incentrato sulla piena conoscenza di sé, che si faccia portatore di una idea di società che elimina fondamentalismi e abbatte barriere e discriminazioni.
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